L'arte moderna vista da Charles Baudelaire
LETTERATURA
Dopo “Breve storia delle macchie sui muri”, Adolfo Tura torna a intrecciare critica, letteratura e filosofia per raccontarci come la modernità abbia introdotto l’esperienza estetica quale antidoto al disagio nichilistico. Un percorso illuminante che punta i riflettori su Baudelaire e sulle sue argute riflessioni in merito al ruolo dell'arte.
Considerato ancora oggi il più
importante poeta francese del XIX secolo, Charles Baudelaire fu
raramente compreso dai suoi contemporanei – al punto che la sua
fama si alimentò piuttosto negli anni successivi alla morte, quando
la dirompente originalità delle sue parole assunse pieno significato
anche agli occhi dei più scettici.
Poeta e scrittore, passato alla storia
soprattutto per il capolavoro Fleurs du Mal (anch'esso
denigrato al tempo della sua pubblicazione nel 1857), Baudelaire fu
infatti uno straordinario precursore di alcune delle più
significative esperienze artistiche del Novecento. Il nuovo saggio di
Adolfo Tura si sofferma sulla contemporaneità del suo messaggio, intrecciando critica e filosofia per raccontarci il
ritratto di un uomo in anticipo sui tempi.
IL LIBRO DI ADOLFO TURA
Edito da Johan & Levi, Il
Novecento di Baudelaire. L'arte evanescente (nell'immagine in
apertura un dettaglio della copertina) si sofferma sulle argute
riflessioni di Baudelaire nei confronti dei mali del suo tempo, e su
come l'arte potesse a suo avviso assurgere al ruolo di “antidoto” contro il
disagio della modernità.
Alla profonda scontentezza dinanzi alla
precarietà dell'esistenza, e alla nostalgia causata da un mondo
nella morsa di un progresso sempre più caotico e instabile, il poeta
francese rispose sollecitando gli artisti, investendoli di una nuova
carica propulsiva.
IL RUOLO DELL'ARTE SECONDO BAUDELAIRE
“Per quanto la realtà non gli
sembrasse mai consolatoria, Baudelaire vi rimase ostinatamente
aggrappato”, si legge nel libro di Tura, e al malessere
nichilistico “contrappose l’esperienza estetica”,
capace di reintrodurre bellezza nel mondo. Compito
dell’artista, di conseguenza, era, secondo Baudelaire, provvedere a
una rappresentazione della realtà “ripulita” da tutti quei
tratti accidentali che potessero offuscarla. Suddiviso in capitoli
(uno dei quali dedicato a Henri Matisse, qui preso come massimo
rappresentante di quella “poetica della memoria” delineata da
Baudelaire), il libro accompagna per mano il lettore in un percorso
illuminante, per vedere più chiaramente nelle vicende dell’arte e
della pittura del XX secolo.